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Supermercati green: la nuova sensibilità ambientale sfida la GDO

Negli ultimi mesi è tornata centrale nel dibattito pubblico la discussione sui temi legati all’ecologia e alla difesa dell’ambiente: da Greta Thunberg alle decine di giovani che hanno sfilato per le piazze italiane, la tutela del Pianeta sembra essere di nuovo un elemento centrale per le scelte dei cittadini – e quindi dei consumatori. Proprio per questo è interessante capire quali sono le mosse del mondo del retail – e in particolare di quel segmento che più di tutti ha a che fare con la quotidianità, e quindi la GDO – per rispondere a queste nuove sensibilità e quindi per dimostrarsi veramente customer driven.

Uno degli aspetti cruciali in questo ambito è il ruolo degli imballaggi e più in generale dei materiali plastici. Il tema della “lotta alla plastica” è infatti uno dei più discussi sui media – anche a causa del forte impatto visivo di alcune situazioni critiche, come la celebre isola di plastica nel Pacifico – ed è al centro dell’agenda politica europea, che già si è mossa per cercare di ridurre al minimo il consumo di imballaggi e di prodotti monouso in plastica.

Il mondo della GDO non si è fatto cogliere impreparato da questa nuova sensibilità, e ha già fatto le sue prime mosse: nel nord Europa sono già partiti numerosi esperimenti che rispondono a questa esigenza ecologica. Nel 2018 ad Amsterdam la catena olandese di supermercati biologici Ekoplaza ha aperto il primo store plastic-free, dove è possibile acquistare più di 700 prodotti con imballaggi sostenibili, in materiali diversi dalla plastica (vetro, metallo, cartoncino e biomateriali); il progetto di Ekoplaza è offrire questi prodotti in tutti i suoi 74 store al più presto.

Sono poi diverse le catene di supermercati europee che hanno iniziato un processo che le porterà nei prossimi anni a eliminare quasi del tutto gli imballaggi in plastica. Waitrose – in Inghilterra – ha aperto uno store sperimentale a Oxford, dove la quasi totalità dei prodotti è offerta al cliente sfusa, senza confezione; sarà possibile “affittare” una scatola riutilizzabile lasciando una cauzione di 5£ o portarsi i propri contenitori da casa. La catena inglese ha annunciato che i prodotti sfusi costeranno in media il 15% in meno rispetto agli equivalenti confezionati. Carrefour, in Francia, ha invece firmato un patto nazionale che prevede la graduale eliminazione degli imballaggi in plastica entro il 2025, e ha annunciato l’introduzione di sacchetti di cotone biologico riutilizzabili, acquistabili al reparto ortofrutta e adatti al trasporto di frutta e verdura; nei prossimi mesi, inoltre, permetterà ai propri clienti di portare da casa dei contenitori per l’acquisto di prodotti nei reparti macelleria, salumeria e pescheria.

In Italia, Coop ha annunciato che entro il 2022 tutto i prodotti a marchio saranno realizzati con materiali di imballaggio riutilizzabili, compostabili o riciclabili, mentre quelli della linea ViviVerde – che già nasce con una maggior sensibilità ambientale – dovrebbero raggiungere questi obiettivi già alla fine del 2019. UniCoop Firenze ha inoltre anticipato la direttiva europea, eliminando dal 1 giugno 2019 tutti i prodotti in plastica monouso dai suoi scaffali. Anche Conad ha avviato investimenti in questa direzione: il DG Francesco Avanzi ha annunciato a febbraio il progetto di eliminare progressivamente le materie plastiche dai prodotti a marchio entro due anni, iniziando dal monouso, fino ad arrivare al packaging secondario. Anche Lidl ha annunciato l’intenzione di eliminare entro il 2019 il monouso dagli scaffali dei suoi 600 punti vendita italiani; in un secondo momento la catena tedesca investirà sugli imballaggi, con l’obiettivo di proporre solamente packaging riciclabili entro il 2025.

Se le sensibilità dei consumatori sono cambiate, insomma, devono cambiare anche quelle degli store: in questa fase storica nessun brand può permettersi di ignorare i valori dell’ecologia e del rispetto dell’ambiente. La sfida è aperta, e richiede serietà e impegno: non basta un greenwashing, una spennellata verde di facciata ai valori del brand, servono investimenti veri e un nuovo approccio al mondo degli imballaggi e della vendita, per rispettare il cliente e – soprattutto – per prendersi cura del Pianeta.

*dati presi da www.cavalieriretail.com